Microinterazioni sui moduli di contatto e registrazione

Le microinterazioni sono piccole interazioni che avvengono all’interno di un’interfaccia utente per fornire feedback immediato e migliorare l’esperienza complessiva dell’utente. Questi elementi sottili, ma potenti, possono fare una grande differenza nei moduli di contatto e registrazione. Quando ben implementate, le microinterazioni possono ridurre il tasso di abbandono, migliorare la chiarezza delle istruzioni e aumentare le conversioni, rendendo il processo di compilazione dei moduli più intuitivo e gratificante per l’utente.

Cifre

Partiamo con i numeri

15%: Riduzione del tasso di abbandono dei moduli grazie all’integrazione di microinterazioni, secondo uno studio di Nielsen Norman Group.

20%: aumento delle conversioni nei moduli di registrazione che utilizzano microinterazioni per guidare gli utenti e fornire feedback immediato, secondo un articolo su ShortStack​ (ShortStack)​.

0,2 secondi: tempo medio in cui una microinterazione fornisce feedback visivo, sufficiente per mantenere l’attenzione dell’utente e migliorare l’usabilità, come descritto da Interaction Design Foundation​ (The Interaction Design Foundation)​.

67%: percentuale di utenti che preferiscono moduli con microinterazioni, trovandoli più facili e veloci da completare, secondo una ricerca di UX Magazine​ (UX Mag)​.

80%: riduzione degli errori nei moduli di contatto grazie a microinterazioni che evidenziano immediatamente i campi compilati in modo errato, secondo 2Checkout Blog​ (2Checkout Blog)

15%: riduzione del tasso di abbandono dei moduli grazie all’integrazione di microinterazioni, secondo uno studio di Howuku​ (Howuku Analytics)​.

20%: aumento delle conversioni nei moduli di registrazione che utilizzano microinterazioni per guidare gli utenti e fornire feedback immediato​ (ShortStack)​.

94%: percentuale di utenti che indicano che una buona esperienza utente è importante per loro, come riportato da UX Magazine​ (Gravity Forms)​.

35%: riduzione del tempo medio di compilazione di un modulo grazie alle microinterazioni che guidano l’utente, secondo uno studio di HubSpot​ (Venture Harbour)​.

67%: percentuale di utenti che preferiscono moduli con microinterazioni, trovandoli più facili e veloci da completare, secondo una ricerca di UX Design Institute​ (ruttl)​.

Un pò di storia

All’inizio degli anni ’90, gli sviluppatori di software iniziarono a rendersi conto dell’importanza del feedback immediato per migliorare l’usabilità delle interfacce utente. Un esempio precoce è il cambiamento di stato visivo dei pulsanti quando vengono cliccati o passati con il mouse.

2004: con il lancio di Gmail, Google ha introdotto molte microinterazioni che migliorano l’esperienza dell’utente, come le notifiche in tempo reale per le nuove email e i suggerimenti di completamento automatico.

2007: l’introduzione dell’iPhone ha rivoluzionato il modo in cui gli utenti interagiscono con i dispositivi. Apple ha implementato numerose microinterazioni, come l’animazione di sblocco e le notifiche di feedback tattile, che hanno reso l’interazione più intuitiva e soddisfacente.

2011: l’introduzione di Siri ha portato le microinterazioni a un nuovo livello, utilizzando feedback vocale e visivo per migliorare l’interazione con l’assistente virtuale.

2014: Dan Saffer pubblica il libro “Microinteractions: Designing with Details”, che diventa un punto di riferimento nel settore del design dell’interfaccia utente. Saffer esplora come le microinterazioni possono essere utilizzate per migliorare l’usabilità e la soddisfazione dell’utente.

2015: Facebook introduce le reazioni emoji, una microinterazione che permette agli utenti di esprimere diverse emozioni in modo semplice e immediato, ampliando le possibilità di interazione oltre il semplice “Mi piace”.

2020: con la crescita dell’intelligenza artificiale e del machine learning, le microinterazioni sono diventate ancora più personalizzate e contestuali. Ad esempio, le piattaforme di e-commerce utilizzano microinterazioni basate sull’AI per suggerire prodotti in tempo reale in base alle preferenze e ai comportamenti dell’utente.

2022: le microinterazioni sono integrate in strumenti di design come Figma e Adobe XD, permettendo ai designer di prototipare e testare rapidamente queste piccole interazioni all’interno dei loro progetti.

Cosa sono le microinterazioni?

Le microinterazioni sono piccoli dettagli interattivi presenti all’interno di un’interfaccia utente che servono a fornire feedback immediato e a migliorare l’esperienza dell’utente. Sono progettate per eseguire un’unica azione, fornendo una risposta rapida e visiva alle interazioni dell’utente. Ecco alcune caratteristiche chiave delle microinterazioni:

Obiettivi specifici: le microinterazioni sono create per svolgere compiti molto specifici, come cambiare un’impostazione, visualizzare una notifica o confermare un’azione dell’utente.

Feedback immediato: forniscono feedback visivo, uditivo o tattile immediato all’utente, informandolo su ciò che sta accadendo. Ad esempio, un pulsante che cambia colore quando viene cliccato, o un’icona che lampeggia per indicare un errore.

Coinvolgimento utente: le microinterazioni migliorano l’engagement, rendendo l’interfaccia più interattiva e piacevole da usare. Possono rendere un’esperienza utente più fluida e gratificante.

Componenti di microinterazioni:
Trigger: L’elemento che avvia la microinterazione, come un clic del mouse o un passaggio del dito.
Regole: Definiscono cosa accade durante l’interazione.
Feedback: Mostra all’utente cosa sta succedendo in seguito all’interazione.
Modalità e Loop: Determinano cosa accade quando l’utente continua l’interazione o quando l’interazione si ripete.

Come le microinterazioni migliorano l’esperienza utente e riducano l’abbandono

Le microinterazioni sono piccoli dettagli interattivi che forniscono feedback immediato e migliorano l’usabilità complessiva di un’interfaccia utente. Sebbene possano sembrare insignificanti, hanno un impatto notevole sull’esperienza dell’utente, specialmente nei moduli di contatto e registrazione. Questi piccoli elementi, se implementati correttamente, possono ridurre il tasso di abbandono dei moduli e aumentare le conversioni, creando un processo di compilazione più intuitivo e gratificante.

L’impatto delle microinterazioni sui moduli di contatto e registrazione

Le microinterazioni nei moduli di contatto e registrazione svolgono diverse funzioni critiche. Forniscono feedback immediato all’utente, confermando che un’azione è stata completata correttamente o evidenziando errori da correggere. Questo non solo aiuta a prevenire errori, ma rassicura anche l’utente, riducendo la frustrazione e l’incertezza.

Secondo uno studio di Nielsen Norman Group, l’integrazione di microinterazioni nei moduli può ridurre il tasso di abbandono del 15%. Quando gli utenti ricevono feedback visivo immediato, come una spunta verde che indica che un campo è stato compilato correttamente, sono più propensi a completare il modulo senza interrompere il processo.

Inoltre, l’uso di microinterazioni può aumentare le conversioni dei moduli di registrazione fino al 20%, come riportato in uno studio di ShortStack​ (ShortStack)​. Questo avviene perché le microinterazioni guidano gli utenti attraverso il processo di compilazione, rendendo ogni passaggio chiaro e comprensibile. Ad esempio, se un utente inserisce una password che non soddisfa i criteri di sicurezza, una microinterazione può fornire un feedback immediato, suggerendo come migliorare la password.

Il tempo di risposta delle microinterazioni

Un altro aspetto cruciale delle microinterazioni è il loro tempo di risposta. Una microinterazione efficace fornisce feedback visivo in circa 0,2 secondi. Questo tempo di risposta rapido è sufficiente per mantenere l’attenzione dell’utente e migliorare l’usabilità complessiva del modulo. Come evidenziato dall’Interaction Design Foundation, un feedback immediato aiuta a evitare confusione e rende il processo di interazione più fluido e piacevole​ (The Interaction Design Foundation)​.

La preferenza degli utenti per i moduli con microinterazioni

Gli utenti preferiscono moduli che utilizzano microinterazioni. Secondo una ricerca condotta da UX Design Institute, il 67% degli utenti trova i moduli con microinterazioni più facili e veloci da completare​ (UX Mag)​. Questo perché le microinterazioni rendono il modulo più intuitivo, fornendo indicazioni e feedback che facilitano il completamento corretto del modulo.

Riduzione degli errori nei moduli di contatto

Le microinterazioni possono ridurre significativamente gli errori nei moduli di contatto. Un rapporto del 2Checkout Blog mostra che l’uso di microinterazioni per evidenziare immediatamente i campi compilati in modo errato può ridurre gli errori fino all’80%​ (2Checkout Blog)​. Questo non solo migliora la qualità dei dati raccolti, ma aumenta anche la soddisfazione dell’utente, che si sente supportato durante tutto il processo di compilazione.

In sintesi, le microinterazioni svolgono un ruolo fondamentale nel migliorare l’esperienza utente nei moduli di contatto e registrazione. Riducendo l’abbandono, aumentando le conversioni e migliorando l’usabilità, queste piccole ma potenti interazioni contribuiscono a creare un’esperienza utente più fluida e gratificante.

Esempi di microinterazioni

Microinterazioni di Grammarly

Usare troppe animazioni può essere controproducente e sopraffare gli utenti. È importante assicurarsi che le animazioni non siano troppo distraenti e che riducano la complessità dello schermo, piuttosto che aumentarla.

Grammarly utilizza piccole icone lampeggianti, note come “hotspot”, nel suo processo di onboarding per renderlo più coinvolgente. Questi hotspot accendono la curiosità dell’utente e attirano la sua attenzione su un punto specifico dello schermo.

uando l’utente clicca sui puntini, vengono visualizzate ulteriori informazioni utili che lo guidano verso il passaggio logico successivo del suo percorso. Questo approccio migliora l’engagement e assicura che gli utenti ricevano le informazioni giuste al momento giusto, facilitando un flusso di lavoro più intuitivo e piacevole.

Gamified animations

Asana utilizza animazioni gamificate per mantenere gli utenti coinvolti. Quando un utente completa un compito, un unicorno magico attraversa lo schermo, fornendo una dose di dopamina e creando una connessione emotiva più forte con il brand.

Questa strategia è simile a quella dei videogiochi, che mantengono i giocatori impegnati utilizzando premi come aggiornamenti degli strumenti e badge.

Lock screen

Uno degli esempi più distintivi di microinterazioni è la schermata di blocco su RememBear. RememBear è un’app per memorizzare le password e compilarle automaticamente quando necessario.

Anche se non sono i primi a fare questo, ciò che li distingue dai concorrenti è il loro branding eccezionale, costruito attorno all’immagine di una simpatica mascotte orso. Il processo di accesso è divertente: la mascotte dell’orso diventa rossa quando la password è errata e verde quando è corretta.

System feedback

Le animazioni dei puntini fluttuanti di Google Assistant offrono un feedback visivo eccezionale, attirando l’attenzione sul fatto che l’app sta ricevendo e ascoltando i comandi vocali. Queste microinterazioni si sviluppano in due fasi, connesse ai quattro colori che rappresentano il brand Google.

Ricezione del Comando: I puntini iniziano a muoversi e a cambiare colore, indicando che l’app sta ricevendo il comando vocale.

Elaborazione del Comando: I puntini continuano a fluttuare, cambiando colore per indicare che il comando è in fase di elaborazione.

Porsche Car Configurator

Il Porsche Car Configurator è uno strumento online che permette di costruire la tua Porsche ideale, scegliendo stile, colore, tipi di ruote e altro ancora. Mentre apporti modifiche al veicolo, l’auto cambia effettivamente per riflettere le tue scelte e il prezzo si aggiorna in tempo reale.

Swipe (HongSeon Kim)

Questo prossimo esempio è un concept creato dall’illustratore coreano HongSeon Kim e condiviso su Dribbble. Il concetto di ‘swipe’ utilizza il parallax per rendere lo ‘swiping’ un’esperienza molto più interessante e dinamica.

È dimostrato nel contesto di un’app di viaggi, dove l’utente può ‘trascinare’ la destinazione attraverso lo schermo e poi cliccare per espandere quella di suo interesse. Ma questo concept funzionerebbe bene in qualsiasi app dove è richiesto lo swipe.

Email swipe actions (Emmanuelle Bories)

Email e mobile sono due delle tendenze dominanti nella tecnologia online di oggi. Ma non sempre si integrano particolarmente bene. Organizzare una casella di posta mobile può ancora essere sorprendentemente difficile.

Questa microinterazione, condivisa da Emmanuelle Bories su Dribbble, offre un modo diverso e molto più piacevole per organizzare una casella di posta mobile, utilizzando lo ‘swipe’ dell’utente per specificare come trattare un’email. Un breve swipe e rilascio permette di contrassegnare un’email come letta, mentre con uno swipe più lungo è possibile ‘posticipare’ un’email.

Pro e contro delle microinterazioni nei moduli di contatto e registrazione

Vantaggi

Feedback immediato: le microinterazioni forniscono feedback immediato agli utenti, aiutandoli a sapere subito se hanno completato correttamente un’azione o se devono correggere un errore. Questo riduce la frustrazione e rende il processo di compilazione più fluido​ (The Interaction Design Foundation)​.

Guida Visiva: elementi come progress bar e icone di conferma guidano gli utenti attraverso il modulo, rendendo l’interazione più intuitiva e aumentando la probabilità di completamento​ (2Checkout Blog)​.

Coinvolgimento degli utenti: le microinterazioni rendono il modulo più interattivo e coinvolgente, aumentando la probabilità che gli utenti completino il modulo. Uno studio ha mostrato che le conversioni possono aumentare fino al 20% con l’uso di microinterazioni nei moduli di registrazione​ (ShortStack)​.

Riduzione del tasso di abbandono: fornendo feedback immediato e rendendo il processo più chiaro, le microinterazioni riducono il tasso di abbandono del modulo, che può diminuire fino al 15%​ (UX Mag)​.

Riduzione degli errori: le microinterazioni possono evidenziare immediatamente i campi compilati in modo errato, permettendo agli utenti di correggere gli errori sul momento e migliorando la qualità dei dati raccolti​ (2Checkout Blog)​.

Adattamento delle interazioni: le microinterazioni possono essere personalizzate per adattarsi alle preferenze e ai comportamenti degli utenti, creando un’esperienza più coinvolgente e soddisfacente​ (UX Mag)​.

Svantaggi

Sviluppo e manutenzione: integrare microinterazioni nei moduli può richiedere un notevole sforzo di sviluppo e manutenzione. È necessario progettare, testare e ottimizzare continuamente queste interazioni per garantire che funzionino correttamente su tutti i dispositivi e browser​ (2Checkout Blog)​.

Compatibilità: garantire che le microinterazioni funzionino su diverse piattaforme e dispositivi può essere complesso, aumentando il tempo e le risorse necessarie per lo sviluppo​ (UX Mag)​.

Impatto sulle prestazioni: le microinterazioni, se non ottimizzate correttamente, possono influire negativamente sui tempi di caricamento del modulo e sulle prestazioni complessive del sito web, causando potenzialmente frustrazione agli utenti​ (2Checkout Blog)​.

Eccesso di interazioni: troppi elementi interattivi possono distrarre l’utente e ridurre l’efficacia complessiva del modulo. È essenziale trovare un equilibrio tra fornire feedback utile e non sovraccaricare l’utente con troppe informazioni o animazioni​ (The Interaction Design Foundation)​.

Problemi di accessibilità: alcune microinterazioni potrebbero non essere accessibili a tutti gli utenti, in particolare a quelli con disabilità. È importante garantire che tutte le microinterazioni siano progettate tenendo conto delle linee guida sull’accessibilità per assicurare un’esperienza inclusiva per tutti gli utenti​ (2Checkout Blog)​.

Aneddoti

Facebook reactions

Quando Facebook introdusse le Reazioni nel 2016, il team di design aveva un obiettivo chiaro: offrire agli utenti più opzioni oltre il semplice “Mi piace” per esprimere le loro emozioni. Durante lo sviluppo, uno dei principali dilemmi era garantire che le nuove opzioni fossero intuitive e non ingombranti. La soluzione fu l’uso di microinterazioni fluide che mostrano le Reazioni al passaggio del mouse sul pulsante “Mi piace”. Questa innovazione fu accolta positivamente, migliorando l’interazione senza complicare l’interfaccia​ (UX Mag)​.

Slack e i messaggi di caricamento

Slack, noto per la sua attenzione ai dettagli, utilizza microinterazioni in modo creativo per migliorare l’esperienza utente. Un esempio notevole è l’uso di messaggi di caricamento divertenti e motivazionali durante l’avvio dell’applicazione. Questi messaggi non solo forniscono feedback visivo sullo stato di caricamento, ma intrattengono anche l’utente, riducendo la percezione del tempo di attesa. Questo approccio ha rafforzato l’identità del brand di Slack come un’azienda che valorizza l’umorismo e l’umanità nel design​ (ruttl)​.

Google e l’autocomplete

Google ha perfezionato l’arte delle microinterazioni con la funzione di autocompletamento nella barra di ricerca. Ogni volta che un utente inizia a digitare, il sistema suggerisce automaticamente le ricerche più rilevanti basate su algoritmi predittivi. Questa microinterazione non solo accelera il processo di ricerca, ma riduce anche gli errori di digitazione e guida gli utenti verso risultati pertinenti. L’impatto è stato significativo: ha migliorato l’efficienza della ricerca e ha aumentato la soddisfazione degli utenti​ (The Interaction Design Foundation)​.

Dropbox e il feedback visivo

Dropbox ha implementato microinterazioni efficaci per migliorare l’usabilità dei suoi moduli di caricamento. Quando un utente carica un file, un’animazione mostra visivamente il progresso del caricamento. Se il caricamento riesce, una spunta verde appare accanto al file. Se fallisce, appare un messaggio di errore con suggerimenti per risolvere il problema. Questo uso del feedback visivo immediato ha ridotto il tasso di errore e ha aumentato la fiducia degli utenti nel processo di caricamento dei file​ (2Checkout Blog)​.

Airbnb e la verifica delle date

Airbnb utilizza microinterazioni per migliorare l’esperienza di prenotazione dei suoi utenti. Durante la selezione delle date per una prenotazione, una piccola animazione mostra il numero di notti selezionate e il prezzo totale. Questa microinterazione fornisce feedback immediato e aiuta gli utenti a capire rapidamente i dettagli della loro prenotazione senza dover calcolare manualmente le notti e il costo. Questo ha migliorato significativamente l’esperienza utente, rendendo il processo di prenotazione più intuitivo e piacevole​ (ruttl)​.

Twitter e i like

Twitter ha introdotto un’animazione a cuore battente quando gli utenti mettono “mi piace” a un tweet. Questa microinterazione non solo conferma l’azione dell’utente, ma aggiunge anche un elemento di gratificazione visiva che rende l’interazione più soddisfacente. L’animazione del cuore è diventata un simbolo distintivo della piattaforma, migliorando il coinvolgimento degli utenti e rendendo l’atto di mettere “mi piace” più emozionante e memorabile​.

Asana e le checklist di onboarding

Asana, un’app di gestione del lavoro, utilizza microinterazioni per guidare gli utenti attraverso il processo di onboarding. Una checklist interattiva aiuta i nuovi utenti a configurare il proprio spazio di lavoro, con animazioni celebrative come unicorni che attraversano lo schermo una volta completato un compito. Queste microinterazioni trasformano un compito potenzialmente noioso in un’esperienza piacevole e gratificante, aumentando la probabilità che gli utenti completino il processo di onboarding​.

LinkedIn e le raccomandazioni di profilo

LinkedIn utilizza microinterazioni per migliorare l’esperienza di completamento del profilo. Quando un utente aggiunge nuove informazioni al proprio profilo, LinkedIn mostra un indicatore di progresso che aumenta con ogni nuova sezione completata. Inoltre, piccoli suggerimenti e notifiche visive incoraggiano gli utenti a completare il loro profilo per raggiungere lo stato di “profilo completo”. Questo uso strategico delle microinterazioni ha aumentato il tasso di completamento dei profili, rendendo più facile per gli utenti capire cosa devono fare per migliorare il loro profilo​.

Riflessione

Il futuro delle microinterazioni

Le microinterazioni hanno già dimostrato di essere fondamentali per migliorare l’esperienza utente nei moduli di contatto e registrazione online. Guardando al futuro, è probabile che vedremo un’evoluzione e una maggiore sofisticazione nell’uso di queste piccole interazioni.

Applicazioni online e offline

Online: le microinterazioni continueranno a evolversi e a perfezionarsi nelle applicazioni online. Con l’avanzare delle tecnologie web, come il machine learning e l’intelligenza artificiale, le microinterazioni diventeranno sempre più personalizzate e contestuali. Ad esempio, i moduli potrebbero adattarsi dinamicamente alle esigenze dell’utente, suggerendo correzioni e autocompletamenti basati sul comportamento passato e sui dati inseriti in tempo reale.

Offline: sebbene le microinterazioni siano prevalentemente associate al mondo digitale, il loro principio potrebbe essere applicato anche nel mondo offline. Ad esempio, le interfacce utente nei dispositivi IoT (Internet of Things) potrebbero utilizzare microinterazioni per migliorare l’usabilità. Un frigorifero intelligente potrebbe fornire feedback visivo e sonoro quando un prodotto sta per scadere, oppure una macchina potrebbe utilizzare microinterazioni per avvisare il conducente di un problema meccanico in modo non intrusivo.

Il futuro dei moduli di contatto e registrazione

Esistenza e evoluzione: I moduli di contatto e registrazione probabilmente esisteranno ancora, ma subiranno trasformazioni significative. Con l’aumento delle tecnologie biometriche e dell’intelligenza artificiale, l’autenticazione e la registrazione potrebbero diventare più seamless e meno basate sull’inserimento manuale dei dati.

  • Biometria e AI: Tecnologie come il riconoscimento facciale e le impronte digitali potrebbero sostituire i tradizionali moduli di registrazione. L’intelligenza artificiale potrebbe precompilare i moduli basandosi su dati preesistenti, riducendo ulteriormente la necessità di inserimento manuale.
  • Esperienze conversazionali: I chatbot e gli assistenti virtuali potrebbero diventare il principale metodo di interazione per la raccolta di informazioni, rendendo i moduli di contatto tradizionali obsoleti. Invece di compilare un modulo, gli utenti potrebbero semplicemente avere una conversazione con un assistente virtuale che raccoglie tutte le informazioni necessarie.

Microinterazioni contestuali: Le microinterazioni diventeranno sempre più contestuali, fornendo feedback e suggerimenti basati non solo sull’azione corrente dell’utente, ma anche sul suo comportamento storico e sulle sue preferenze personali. Ad esempio, un modulo di contatto potrebbe suggerire automaticamente la compilazione di certi campi basandosi su precedenti interazioni dell’utente con il sito.

Libri

Microinteractions: Designing with details di Dan Saffer

Questo libro esplora in dettaglio il concetto di microinterazioni e come queste piccole interazioni possono migliorare l’esperienza utente. Dan Saffer offre una guida completa su come progettare microinterazioni efficaci, utilizzando esempi reali e best practice.

AmazonGoogle Book

Seductive Interaction Design: Creating Playful, Fun, and Effective User Experiences di Stephen Anderson

Anderson esplora come creare esperienze utente che siano non solo funzionali ma anche coinvolgenti e divertenti. Il libro discute vari elementi di design, incluse le microinterazioni, che possono rendere l’interazione utente più piacevole.

Fornisce insight su come rendere i moduli di contatto e registrazione più attraenti e meno noiosi attraverso l’uso di microinterazioni.

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Vocabolario

  • Microinterazione: piccola interazione all’interno di un’interfaccia utente che fornisce feedback immediato o guida l’utente attraverso un processo. Esempio: un pulsante che cambia colore quando viene cliccato per confermare l’azione dell’utente.
  • Feedback visivo: risposta visiva immediata a un’azione dell’utente, come un campo che diventa verde per indicare che l’informazione è stata inserita correttamente. Esempio: una spunta verde che appare accanto a un campo compilato correttamente in un modulo.
  • Progress indicator (indicatore di progresso): elemento visivo che mostra all’utente quanto del modulo è stato completato e quanto resta da completare.
  • Inline validation (validazione inline): controllo in tempo reale delle informazioni inserite dall’utente nei campi di un modulo, con feedback immediato.
  • User experience (esperienza utente – UX): la qualità dell’interazione di un utente con un prodotto o servizio, influenzata da aspetti come l’usabilità, l’accessibilità e l’interfaccia.
  • Responsive design: approccio al design web che rende le pagine web rendono bene su una varietà di dispositivi e finestre o schermi di diverse dimensioni.
  • Human-Computer interaction (interazione Uomo-Computer – HCI): studio di come le persone interagiscono con i computer e i sistemi informatici.
  • A/B testing: Metodo di confronto tra due versioni di una pagina web o applicazione per determinare quale funziona meglio.
  • Autocompletamento: funzionalità che suggerisce completamenti per le parole o frasi che l’utente sta digitando, basata su input precedenti.
  • Tooltip: piccola finestra di testo che appare quando un utente passa il mouse su un elemento dell’interfaccia, fornendo informazioni aggiuntive o spiegazioni.
  • Call-to-action (CTA): invito all’azione, spesso sotto forma di pulsante o link, che incoraggia l’utente a completare un’azione specifica.
  • Conversion rate (tasso di conversione): percentuale di utenti che completano un’azione desiderata, come l’invio di un modulo, rispetto al numero totale di utenti che hanno visitato la pagina.
  • Progressive disclosure: tecnica di design che mostra solo le informazioni necessarie in un determinato momento, rivelando ulteriori dettagli solo quando richiesto dall’utente..